Si è conclusa ieri la conferenza mondiale sul Clima di Parigi, che ha avuto come epilogo la stesura di un accordo di portata storica. La sua importanza risiede nel fatto che tutti i 195 paese partecipanti lo hanno sottoscritto, anche i paesi emergenti che normalmente fanno un massiccio uso di energie non rinnovabili.

L’accordo si basa sostanzialmente su 4 punti:

  • Mantenere l’aumento di temperatura inferiore ai 2 gradi, e compiere sforzi per mantenerlo entro 1,5 gradi;
  • Smettere di incrementare le emissioni di gas serra il prima possibile e raggiungere nella seconda parte del secolo il momento in cui la produzione di nuovi gas serra sarà sufficientemente bassa da essere assorbita naturalmente;
  • Controllare i progressi compiuti ogni cinque anni, tramite nuove Conferenze;
  • Versare degli aiuti economici ogni anno ai paesi più poveri per aiutarli a sviluppare fonti di energia meno inquinanti.

Alcune di queste disposizioni sono legalmente vincolanti, mentre alle altre i vari paesi aderiscono solo in maniera volontaria. Ad esempio, tutti i paesi saranno obbligati dal trattato a fornire l’obbiettivo di riduzione delle emissioni a cui mirano e a partecipare al processo di revisione quinquennale.